Passante di Mestre al traguardo

di Claudio Pasqualetto

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18 dicembre 2008

Cronologia dell'opera

Il tracciato, i numeri e la viabilità

Sono passati quasi quarant'anni da quando qualcuno cominciò, in maniera lungimirante, a porre il problema di quello che è stato definito successivamente come il "valico di Mestre"; ma ne sono, quasi incredibilmente, bastati solo quattro per concludere l'opera simbolo, nel bene e nel male, della nuova Europa. Domani il presidente del Veneto Giancarlo Galan proclamerà la conclusione ufficiale dei lavori del Passante di Mestre. Una festa in linea con la tradizione: polenta, salsicce, braciole e vino per quanti hanno "vissuto" nei cantieri in questi mesi. Autorità e giornalisti saranno condotti in pullman a ispezionare il nastro d'asfalto e ad ammirare il miracolo completato nelle ultime settimane senza badare a notti e diluvi.

Ancora poche settimane per completare segnaletica, guard rail e collaudi e poi arriverà Silvio Berlusconi per il taglio ufficiale del nastro il 3 febbraio. Senza troppo chiasso, infine, l'8 febbraio automobili e camion potranno transitare su questa nuova bretella che segna la fine di un lunghissimo incubo.

Non ci si illuda, però, che grigliate e brindisi cancellino la parte, non piccola, di problemi ancora sul tappeto. Apre il Passante ma non aprono i caselli intermedi previsti, tre in tutto, destinati a far respirare le molte zone industriali che sorgono lungo il tracciato. Uno è praticamente pronto, il secondo lo sarà fra marzo ed aprile ma per il terzo, quello più importante che sorgerà nel Comune di Scorzè, si spera, con un ulteriore miracolo, di arrivare al semaforo verde entro la fine del 2009. Il tutto con la minaccia dei sindaci dei Comuni su cui gravano gli altri caselli di boicottare le loro aperture nel timore di ritrovarsi a combattere, anche se solo per pochi mesi, contro un picco insopportabile di traffico del Passante.

Il secondo problema l'ha riproposto con forza la società per l'Autostrada Venezia-Padova nelle ultime ore. Visto che in autunno del 2009 finirà la sua concessione ma intende continuare a lavorare su altri fronti, autostradali e no, chiede di fare da gestore del Passante per una decina di mesi e di incassare i relativi introiti. Questo per evitare che la perdita del traffico deviato sul Passante penalizzi i suoi bilanci per una cifra stimata in una decina di milioni di euro.

Ci sono anche due aspetti tecnici tuttora irrisolti e che potrebbero avere pesanti ricadute. Il più noto è l'imbuto che si creerà a Quarto d'Altino, dove il Passante si collega sulla Venezia-Trieste, tuttora a due corsie. È vero che si sta correndo, copiando proprio il modello Passante, per realizzare a tempi di record la terza corsia, ma per il momento il problema rischia di diventare drammatico visto che il tratto è fra i più pericolosi della rete autostradale italiana. Il secondo è il casello di Mestre della Milano-Venezia. In progetto doveva arretrare fino ad un paio di chilometri oltre la deviazione del Passante, ma quando a Mestre c'è coda, a causa soprattutto dei turisti diretti a Venezia, il serpentone potrebbe facilmente arrivare a bloccare anche la nuova bretella e sarebbe quindi più utile mantenere il casello nella posizione attuale, pur con tutte le conseguenze sulla viabilità locale. E sul tappeto ci sono ancora parecchie altre questioni, dalla viabilità complementare e dalla mitigazione ambientale, ancora in buona parte non completamente definite e tantomeno finanziate, almeno a detta dei sindaci del territorio, fino all'uso ed al futuro della tangenziale di Mestre, che qualcuno vorrebbe interrare per cancellare la ferita urbanistica ma non si capisce bene con quali fondi.

Domani, comunque, sarà solo giornata di festa per un Galan che da tempo esibisce come fiore all'occhiello la conclusione dell'opera, ma anche per quel Silvano Vernizzi, il Commissario, che con caparbietà e capacità di mediazione ha dimostrato che, volendo, anche in Italia le opere pubbliche possono avere tempi e costi definiti e rispettati.